Paolo Scardanelli / Sotto il Vulcano

Paolo Scardanelli, Belletti e Romeo, Carbonio Editore, pp. 170, euro 17,50 stampa, euro 8,99 epub

Con Belletti e Romeo, Paolo Scardanelli firma un nuovo, intenso capitolo della saga del commissario Belletti, spingendosi, al suo solito, oltre i confini del noir per entrare nel territorio in cui la prosa incontra la poesia, e l’indagine diventa strumento di conoscenza.

Siamo a metà degli anni Ottanta, in un’Italia ancora attraversata dalle ultime scosse della lotta armata, quando la storia collettiva e le ferite personali si mescolano in un magma incandescente. È allora che una coppia di escursionisti trova il corpo di Wolfgang von Rheingold, un quarantenne tedesco, con la gola squarciata. Accanto a lui, un libro intriso di sangue: La morte di Empedocle di Hölderlin. E il cane della vittima, uno splendido esemplare di cirneco dell’Etna – chiamato poi Romeo – accucciato, vigile, custode silenzioso del delitto. Ma l’omicidio misterioso avvenuto sulle pendici dell’Etna — “a Muntagna”, come la chiamano i catanesi — è solo il punto di partenza di una discesa vertiginosa nelle zone più oscure del desiderio e della colpa, e di un viaggio a ritroso nel tempo, dove sono nati i germi degli ideali infranti e della violenza.

La trama corre infatti su binari che scandiscono un doppio tempo: quello della contemporaneità scolpita nel sud siciliano e quello del passato che ritorna – in Germania – con la sua carica di rimorsi e ideologie smarrite. Belletti si trova a fronteggiare non solo il crimine, ma la vendetta che si traveste da giustizia, l’amore che può mutarsi in ossessione, la lealtà che implode. Accanto a lui, Romeo: il cane dell’uomo assassinato, che sceglie Belletti come padrone. Non un semplice animale da trama, ma un testimone silenzioso, un tramite tra il vivo e il morto, tra la colpa e l’espiazione. Romeo – elegante, potente, incline alla fiducia che nasce dal dolore – diventa specchio del commissario: entrambi soli, entrambi in cammino. In Belletti il cane risveglia una forma d’affetto e responsabilità che sfuma i confini tra uomo e bestia, tra giudice e vittima. È un rapporto che rende il romanzo più vasto, più umano, più vulnerabile.

Belletti si muove tra Catania e Amburgo, due città che Scardanelli trasforma in veri e propri luoghi simbolici dell’anima. Catania, terra di fuoco, di sudore e di passioni, è il regno del sentimento, della memoria e del corpo; Amburgo, fredda e lucida, diventa la controparte razionale, la sede della mente e della legge. Tra questi poli, Belletti — e con lui il lettore — oscilla come un pendolo che cerca equilibrio tra l’istinto e la norma, tra l’amore e la vendetta.

Il vulcano, presenza costante e mitologica, non è solo scenario ma principio cosmico. L’Etna è il fuoco originario, la vita che si genera e distrugge, la voce arcaica che rimbomba sotto ogni gesto umano. Scardanelli ne fa una metafora potente del tempo e della storia, della passione che arde e consuma. Ogni eruzione è un ricordo che torna, un dolore che cerca la sua forma.

Lo stile di Scardanelli rimane inconfondibile: denso, sensuale, intriso di odori, sapori, materie vive. Le parole sembrano impastate di pietra lavica e vento del Nord, capaci di restituire tanto la ruvidezza di un vicolo catanese quanto la geometria severa dei moli amburghesi. Se rispetto ai precedenti romanzi la componente musicale si fa un po’ meno esplicita, il ritmo resta calibrato con la stessa maestria: sincopato, quasi respirato, come una lunga ballata che alterna il passo lento della riflessione al colpo secco dell’azione.

Ma Belletti e Romeo è anche — e forse soprattutto — una storia d’amore e di perdita, in cui la giustizia non è mai pura e il confine tra legge e trasgressione si fa sottile come il fumo che sale dal cratere. In fondo, Belletti non indaga solo sull’assassinio di un uomo, ma sul mistero stesso del vivere, su quel punto in cui la passione diventa colpa e la colpa chiede redenzione. Scardanelli riesce, ancora una volta, a trasformare il noir in poesia civile, e la poesia in una forma di verità. Belletti e Romeo è un romanzo che brucia piano, come la lava sotto la crosta, e lascia nel lettore il segno di una luce calda e pericolosa. Perché, come cantavano i Clash, “I fought the law, and the law won”.

 

 

 

 

 

 

 

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