Papa Francesco nei venti pandemici

Massimo Borghesi, Francesco. La chiesa tra ideologia teocon e «ospedale da campo», Jaca Book, pp. 272, euro 20,00 stampa, euro 13,99 epub
Massimo Franco, L’enigma Bergoglio. La parabola di un papato, Solferino, pp. 336, euro17,00 stampa, euro 9,99 epub

Non saprei dire come la storia parlerà di Papa Francesco tra venti o trenta anni. Di certo dal 13 marzo 2013, giorno del suo insediamento dopo le dimissioni di Benedetto XVI, molte cose sono cambiate. E se dall’esterno possiamo basarci su sensazioni e notizie dei TG e dei giornali, ci sono alcuni testi che spalancano una realtà interna alla Chiesa che non avremmo mai potuto immaginare.

Si è scritto molto su Bergoglio in questi anni e non possiamo certo parlare di un pontefice di transizione: è un papa scomodo, sia per il clero più conservatore sia per i politici di destra che hanno sempre fatto di “alcuni” valori cristiani il proprio vanto. I due testi di cui parliamo, scritti da profondi conoscitori dei meccanismi vaticani, ci fanno comprendere come i detentori del potere politico ed economico della Chiesa si sentano in pericolo. Teocon, nel vocabolario Treccani viene definito: “Negli Stati Uniti d’America, chi, ispirato da correnti e orientamenti cristiani integralisti, abbraccia posizioni radicalmente conservatrici”. Ne parla diffusamente Massimo Borghesi, professore ordinario di Filosofia morale dell’Università di Perugia, illustrando nel suo saggio come questo movimento, nato negli anni della presidenza Reagan per combattere il nemico comune, il comunismo, i cui esponenti di maggiore spicco sono i cardinali Novak, Weigel e Neuhaus, abbia tentato di delegittimare Francesco con critiche scomposte e insultanti, fino ad arrivare ad accusarlo di eresia e tentare uno scisma. È chiaro che l’attivismo di Bergoglio nel cambiare organismi finanziari, vertici della Curia, nell’aver designato molti cardinali per riequilibrare il Concilio, nelle richieste di dimissioni per molti vescovi e capi della Gendarmeria ha fatto sì che nessuno si sentisse più sicuro della propria posizione di potere.

I tre maggiori teorici teocon hanno eletto il capitalismo americano come la forma economica e sociale che più di ogni altra ha dato centralità e importanza all’individuo, capace di autoregolamentarsi su equilibri migliori rispetto a una dottrina sociale basata sulla solidarietà e la giustizia sociale. Distanza abissale con le posizioni di Francesco, che smentisce questa tesi dicendosi assolutamente certo che la bontà di chi detiene il potere è esclusa. Oltre a ciò, il movimento teocon ha sempre osteggiato la riforma sanitaria di Obama per evitare che assicurazioni di radice cattolica fossero costrette a pagare interruzioni di gravidanza e metodi contraccettivi. Rigidi su alcune battaglie etiche come aborto, matrimoni gay e contraccettivi, permissivi fino a condividere le guerre “giuste” di Bush, specialmente dopo l’11 settembre, quando il cristianesimo si è sentito accerchiato e attaccato dall’Islam. Il tentativo di screditare il Papa è passato anche con il tentativo di strumentalizzazione le parole di Giovanni Paolo II, strenuo nemico del comunismo ma che non ha mai affermato che il capitalismo fosse la forma politica che lo dovesse sostituire. Ci sono tanti altri argomenti interessanti nel saggio di Borghesi che daranno un’ampia panoramica dello stato delle cose.

Altro saggio che ci aiuta a comprendere la situazione attuale in tutta la sua interezza è quello di Massimo Franco, che ha insegnato Filosofia e Religione presso la Pontificia Università Urbiana. Il 27 marzo 2020, nel sagrato di una Piazza San Pietro deserta con il mondo in piena pandemia, un Papa in parabola discendente attraversa con passo zoppicante quello spazio immenso. Alle intenzioni espresse di una ristrutturazione radicale della Chiesa non sono ancora seguite le azioni conseguenti ma paradossalmente questa immagine ha ridato a Bergoglio un ruolo centrale.

E se alcuni alti prelati continuano a prendere le distanze da lui, per esempio il cardinale Ruini quando dice che è doveroso parlare con tutti, riferendosi a Salvini, il Papa non può non tuonare contro i muri e le pulsioni xenofobe, contro la retorica salviniana anti-immigrati: così come lo stare vicini ai poveri può significare riallacciare il contatore della luce in un palazzo di Roma occupato da famiglie indigenti. Non so se Krajewski, al tempo dei due predecessori di Francesco, si sarebbe preso la responsabilità di questa iniziativa. Franco, a un certo punto, sposa la tesi dello storico delle religioni Massimo Faggioli che afferma che la Chiesa, oggi, è forse l’ultimo baluardo contro la distruzione dello Stato Sociale.

E giustificare l’acquisto di un palazzo a Londra per 700 milioni di sterline per scopo puramente speculativo risulterà difficile, con un Papa che mette al primo posto la solidarietà, che cerca di allargare i diritti anche ai non credenti, che afferma che casa, terra e lavoro sono diritti inalienabili di tutti gli esseri umani, che la proprietà privata in certi casi non può essere considerata un bene primario, che condanna la cultura dello scarto e mette l’accoglienza del diverso in primo piano. Non può essere benvoluto dalla parte più conservatrice della Chiesa e non lo è, lasciatemelo dire, a molti “fedeli” che tutte le domeniche vanno a messa.