Carl Safina / Una convivenza ecologica

Carl Safina, Alfie e io, tr. di Isabella C. Blum, Adelphi, pp. 487, 16 tavole a colori fuori testo, euro 32,00 stampa, euro 16,99 epub

La collana Animalia di Adelphi e Carl Safina direttamente con i suoi scritti ci educano da anni a un approccio non solo scientifico ma anche soprattutto sociale alla convivenza tra specie. Non si tratta mai di mere osservazioni e registrazioni di comportamenti o scostamenti rispetto a ciò che è previsto dalla specie in oggetto, ma di diari vivi, fatti di esperienze e relazioni, vittorie, conferme e anche grandi delusioni o sconfitte. Senza sconti. Come avviene in natura.

Così non sorprende il ritrovare il Safina studioso ed etologo, talvolta visionario e pioniere; risulta inedita e calda la dimensione familiare a tratti intima di questo ultima proposta. Un tomo come sempre importante nella fogliazione con inserto fotografico e alcune didascalie tenerissime: penso a espressioni come “A volte Alfie metteva fine a un servizio fotografico atterrando sull’obiettivo”. Periodi simili costellano tutto il volume quasi a voler sottolineare come la coabitazione sia sempre un continuo balletto tra le parti: gli umani che riconoscono la presenza e l’uccello che sa di essere osservato, nutrito e amato, ma che non rinuncia alla sua libertà, al dettare i tempi.

Il libro è interamente un inno all’arrendersi al continuo mutare delle situazioni: la gufetta che a seguito di un incidente ha un arresto di crescita, la necessità di una presenza (anche solo di un passaggio) per sentirsi al sicuro, il susseguirsi delle stagioni e quindi dei periodi di sviluppo. Un inno ai fili che legano le varie specie. Quando si mette da parte la visione di opposizione tra gli esseri, e quindi i concetti di prevaricazione, ci si può concentrare su come armonizzare la vita. Seguendo i cicli vitali e naturali, ricordarli a sé stessi e trovarne il ricordo in una storia già vissuta – il desiderio di scoperta dei bambini, il timore del primo volo, come del primo passo.

Rispetto agli altri lavori di Safina Alfie e io ha una componente strutturale che richiama al romanzo e al memoir poiché ricalca e interseca la vita casalinga e famigliare. In qualche modo ci permette di scoprire l’uomo prima dello scienziato, tanto da domandarsi se la professione e l’essere dell’autore non siano ormai coincidenti, come se i piani del fare e del definirsi siano confusi tra loro. Qui viene tracciato un viaggio negli anni e nelle vicende che scopre la specie di Alfie e il suo evolvere nella convivenza con gli umani e soprattutto con l’uomo-Safina.

Spesso durante la lettura ci si ritrova a chiedersi: e io, cosa avrei fatto? Oppure a esclamare: beh ma anche a noi se viene detto/segnalato un pericolo vogliamo comunque verificare. E così via. Un intreccio di specie, sentimenti e accadimenti che certificano, se ancora ce ne fosse necessità, come l’Interdipendenza sia la via evolutiva che ci permette ogni giorno di migliorare e sopravvivere. Un inno, scrivevo sopra, nel senso proprio del termine.