Claudio Piersanti / Una finestra sulla vita

Claudio Piersanti, La finestra sul porto, pp. 160, Gramma Feltrinelli, euro 17,00 stampa, euro 10,99 epub

Claudio Piersanti esordisce nel 1981, con Casa di nessuno, edito da Feltrinelli, e da quel momento si impone come una delle voci più autorevoli del panorama letterario italiano. Non è mai stato un autore prolifico, solo in questi ultimi anni i suoi titoli hanno acquistato una cadenza più regolare, ma quello che fa di lui un caposaldo della narrativa nostrana è il suo rigore letterario. Del resto, è stato amico fraterno di Romano Bilenchi, uno dei più apprezzati scrittori del Novecento, di cui Maria Corti, una delle più importanti studiose e critiche letterarie dell’epoca, definiva l’ossessione per la perfezione come una “nevrosi stilistica”. Non c’è mai niente di superfluo nei testi dello scrittore abruzzese, non ci sono parole che stonano, i suoi romanzi, come i pochi racconti che ha scritto e pubblicato, purtroppo, sono sinfonie dove le parole sono note musicali.

Questa ricerca incessante di armonia stilistica fa sì che la maggior parte dei suoi libri diventino un’opera d’arte letteraria, capace di coinvolgere il lettore in un’esperienza emotiva e intellettuale intensa. Ogni pagina rivela la meticolosità di una mente che tratta la scrittura come un’arte sacra, dove anche il più piccolo dettaglio ha un significato profondo.

Roberto è un avvocato sulla quarantina che vive in una città di mare, solitario e disincantato, che non si aspetta alcuna buona notizia dalla vita. Abitudinario e deluso, ha un segreto che custodisce gelosamente: una piccola casa a picco sul mare dove è cresciuto con la madre scomparsa e in cui si rifugia nei momenti bui oppure solo per rilassarsi senza avere nessuno intorno. Il suo unico amico, che frequenta abbastanza regolarmente, è Piero, uomo iperattivo e ambizioso che fa del teatro e dell’arte la sua ragione d’essere. Scontroso e irritabile, è sposato con Maria, di cui Roberto è da sempre segretamente innamorato. Non ha mai confessato il suo sentimento alla donna perché pensa che sarebbe solo un motivo per perdere anche la sua amicizia. Ma le cose a un certo punto accelerano, la verità viene a galla e Maria non si dimostra né sorpresa né irritata ma anzi, dopo qualche giorno si fa sentire. Il suo rapporto con Piero non è dei migliori, il marito pretende sempre il ruolo del protagonista, racconta sempre le sue gesta non prestandole mai troppa attenzione. Roberto le mostra il suo rifugio segreto che diventerà il “loro” luogo. La vicenda si complica, Piero scopre il tradimento della moglie col suo migliore amico e cambia atteggiamento passando sia alle minacce che alla richiesta di comprensione, ma non otterrà l’effetto voluto. Alla fine, un suo gesto estremo metterà in pericolo l’amore di Roberto e Maria che dovranno combattere contro i fantasmi del senso di colpa.

Piersanti, come suo solito, si rifà alla grande tradizione della letteratura del Novecento lasciando a margine la tecnologia – se non quella indispensabile alla storia – rifacendosi ai grandi classici. Forse il più classico degli scrittori contemporanei, non usa mai stratagemmi per attirare l’attenzione del lettore se non quella di uno stile pulito, senza fronzoli, di una storia lineare e credibile e approfondendo la psicologia dei personaggi in un modo che difficilmente riesce ad altri. Un caso unico nel panorama della letteratura italiana e europea.