G.Monde, M. Burniat / Una nera favola arturiana

Geoffroy Monde, Mathieu Burniat Furiosa , Tunué , pp. 240, 20 x 27,7 cm, euro 21,00 stampa


Un portale si apre nei cieli del regno di Pendragon, e da esso sgorgano demoni infernali, intenzionati a portare morte e distruzione sull’umanità. Re Artù, sempre valoroso, si fa forgiare una spada magica dal Mago Merlino per distruggere questi demoni e rispedirli da dove sono venuti,  dopo una lunga battaglia. Il regno è salvo, Artù lodato e venerato come il grande eroe che è. È con queste immagini intrise d’epica, tipica del Ciclo Arturiano, che si apre uno dei nuovi fumetti portati in Italia da Tunué:
Furiosa, fumetto di due autori, francese il primo, Geoffroy Monde, pittore e artista visivo, qui ai testi, e belga il secondo, Mathieu Burnat, alle matite e ai colori.

Ma basta girare una pagina per entrare presto in un mondo che è tutt’altro che mitico: anni dopo Re Artù è diventato vecchio, grasso e perennemente ubriaco, addirittura ha i pantaloni costantemente sporchi di urina, parla sbavando e non riesce più a comunicare civilmente con le persone intorno a lui, in preda a quella che sembra una forma di demenza che non lo fa comunque schiodare dal trono; sua moglie Ginevra è morta anni addietro, e la sua figlia maggiore Maxine è fuggita dal regno per non finire in sposa al contemporaneamente ridicolo e crudele barone di Cumbria. Ora è la seconda figlia di Artù, l’ancor più piccola Ysabella, a dover occupare il posto inteso per la sorella maggiore e sposare il barone. Ma Ysabella non vuole sottostare a questo fato crudele e impostole contro la propria volontà, alla ricerca di Maxine e di una via di fuga da questa situazione.

È questa la vera premessa del fumetto di Monde e Mathieu, autori di grandi esperienza nel mondo delle arti visive e fumettistiche, attraverso la quale il lettore viene accompagnato in una vera e propria “favola nera” che dietro dei bellissimi disegni stilizzati e che ricordano molto fumetti per bambini nasconde un regno di Pendragon oramai rovinato dalla demenza del Re, un regno povero e degradato dove Ysabella incontri personaggi sempre più strani eppure mai amici, ostili se non addirittura intenzionati a farle violenze tremende. Eppure, in questo scenario di miseria e crudeltà sembra esserci un alleato: la Spada magica di Re Artù. Stanca di essere manovrata dal senile re per compiti ridicoli, essa si accompagnerà alla ragazza per aiutarla nella sua missione – anche se, in questo mondo, niente è come sembra. 

Questo fumetto portato in Italia da Tunuè ci regala una storia intrisa di cinismo e drammaticità, ma mai crudele o pesante per chi legge; grazie a un grande dinamismo, misto a una grande avventura e un po’ di sano humour nero che solo degli autori provenienti dai Paesi principi del fumetto d’autore mondiale possono darci, la storia scorre velocemente, appassionando il lettore con i suoi colpi di scena, alcuni forse prevedibili, altri decisamente no. I disegni di Burniat sono ricchi di personalità e riescono a dare grande vita a un mondo miserabile in cui vivono personaggi che sono alla costante ricerca di una speranza che sembra irraggiungibile. 

Qualcuno potrebbe comprare questo fumetto pensando sia un qualcosa per bambini a giudicare dallo stile grafico, e potrebbe addirittura indignarsi ai contenuti al suo interno, ma non deve avere di che stupirsi. Anzi, nelle favole è sempre importante vi sia un orco per insegnare ai bambini che cosa è il male e come si può combatterlo e sconfiggerlo, anche quando esso appare insormontabile o asfissiante. Ysabella, in compagnia di una Spada e della propria testardaggine, dovrà fare fronte a minacce sempre maggiori e via via più grandi, ma affrontate con un solo scopo in mente: vivere una vita libera e felice, senza dover essere prigioniera dei capricci altrui.

In tutto ciò la secondogenita di Re Artù questo dovrà guardarsi dal perfido Barone di Cumbria e dal di lui servo Claude, il quale appare più vicino a un homunculus che un essere umano, sulle sue tracce per motivi che la giovane non può nemmeno immaginare; dovrà guardarsi da un regno misero che lei non conosce e che non conosce lei, pronta a trattarla nei modi peggiori in quanto giovane ragazza; dovrà capire se fidarsi o meno di questa Spada che sembra tanto amichevole; e dovrà ritrovare la sorella maggiore Maxine, la quale potrebbe anch’ella non rivelarsi come Ysabella se l’era immaginata. E infine compiere una scelta drastica e radicale, che altererà non solo il proprio destino, ma quello del regno stesso e di tutti i suoi abitanti.

Monde e Burniat, forse con lo stesso spirito con il quale Chrétien de Troyes creò il mito di Lancillotto amante di Ginevra, prima vera grande “macchia” francese all’interno del britannico Ciclo Arturiano, mettono su carta una rilettura del più famoso dei mondi cavallereschi dissacrante e spinta, che sorprende, inorridisce e appassionata sempre più con ogni pagina girata. Un mondo dove forse nessuno dei personaggi che seguiremo ha dei classici ideali eroici, ma ha comunque speranze che non lascerà schiacciare, a qualunque costo, dalla immonda crudeltà di chi vuole privarglieli con la violenza, impedendogli di vivere la vita che desiderano veramente.