Jioke / L’abisso che è in noi

Jioke, Abisso, tr. Edizioni DB, pp. 232, formato 15,4 x 21.2 cm, brossura, euro 17,00 stampa

Dopo l’esordio con l’antologia di Pazzia, i thriller psicologici La casa dei pulcini e Voglio il tuo cuore,  arriva ora in fumetteria la nuova raccolta di racconti dell’orrore di Giovanni Dell’Oro,  in arte JiokE. Presentata in anteprima al Comicon di Napoli, è disponibile anche in una speciale versione variant,  in esclusiva solo nei Funside. 

 

Il volume Abisso raccoglie dodici pillole di puro terrore che trascinano il lettore in un vortice dal quale è impossibile fuggire, e in cui JiokE scandaglia l’animo umano portando all’estremo il male che alberga in ciascuno di noi, con plot twist incisivi che shoccano e sconvolgono, lasciando un profondo malessere interiore al lettore. Qui si scardinano tabù, si abbattono i muri del banale e le barriere delle paure più profonde, queste sono storie che mettono a disagio, che disturbano, che scuotono e rompono le regole narrative classiche dei manga di genere. Qui non si risparmia nessuno, non si fanno prigionieri. Il politically correct non è di casa e di sicuro ne è sconsigliata la lettura agli stomaci deboli. 

La narrazione sfrutta l’espediente di una normale situazione di quotidianità, all’apparenza innocua per poi stritolare l’evolversi della trama e chiudere il lettore all’angolo con angoscia e sgomento. Vi assicuriamo che mai vorreste trovarvi anche in una sola delle situazioni qui raccontate. Le tavole in bianco e nero sono poche per ogni racconto ma colonna portante della narrazione, che grazie ad esse è resa più vivida per il caratteristico tratto a matita che appare sfumato in alcuni punti e maggiormente calcato in altri, ricreando così un’atmosfera di pura tensione, spietata e personaggi più delineati e inquietanti. La struttura verticale sottolinea la rapida ascesa verso il culmine del dark side che ognuno di noi reprime in fondo al cuore, una corsa contro il tempo per fuggire dall’incubo. 

JiokE sceglie con Abisso di tornare alle sue origini artistiche: anche il suo esordio Pazzia  nasce infatti come raccolta di strisce arricchite e pubblicate online in prima battuta).  Dopo un cambio di rotta con i successivi due romanzi, torna a riutilizzare la forma dell’antologia che gli aveva portato tanta fortuna e seguito da renderlo un successo virale. I temi trattati e il filo conduttore del volume sono senz’altro il disagio psicologico, alcune patologie psichiatriche e la distruzione dell’infanzia, che ben ricordano – seppur estremizzati – alcuni fatti di cronaca. Ed ecco il merito dell’autore nel costruire un percorso devastante che insinui il dubbio terrificante nel lettore: a volte la realtà supera la fantasia ma se fossero questi incubi a dare spunto alla realtà?

Se la mente corre a Junji Ito come firma di riferimento del genere horror, non si può evitare di porre l’accento sulle evidenti differenze. Mentre il giapponese subisce l’influenza dei classici Lovecraft e Poe, raccontando un orrore impalpabile, inspiegabile, con un elemento sovrannaturale e un tratto morbido e pulito, JiokE parla un linguaggio più materiale, fisico, e cinico attraverso un disegno spigoloso e ruvido, caratterizzato dal naso a triangolo tipico dei sui profili.  Nessuna storia di Ito raggiunge l’orrore dei racconti di JiokE per cui se siete amanti del genere non potete assolutamente perdervi le sue tavole, in particolare Ripetizione, basato su una storia realmente accaduta in Inghilterra.

Una piccola curiosità riguardo alla scelta del nome d’arte: inizialmente era Jio, con un suono nipponico e di facile associazione (Giovanni – Giò – Jio) ma sui social apparteneva già ad un servizio telefonico indiano.  Per i primi tempi dunque Giovanni fu sommerso di messaggi provenienti dall’India con l’invio di CV in allegato. A quel punto era doverosa una modifica e corse ai ripari arrivando quindi alla conclusione che utilizzando JiokE non avrebbe avuto problemi. Così non fu perché i messaggi continuavano ad arrivare. La soluzione? Bannare l’India, quindi se al momento vi trovate lì e cercate Giovanni / JiokE, beh, non lo troverete affatto. In compenso  potete  approfondire il suo lavoro con un’intervista all’autore disponibile tra i LIVE del  canale Pulp Magazine su YouTube e  Spotify.