Sulla strada della memoria

Sara Taylor, Il contrario della nostalgia, minimum fax, tr. Assunta Martinese, pp. 295, euro 18 stampa, euro 9,99 ebook

recensisce UMBERTO ROSSI

On the road. Quanto volte l’avremo sentito dire o letto? Film, romanzi, fumetti, serie tv, tutto on the road: a partire dall’ormai canonico romanzo di Jack Kerouac (ormai nei libri di scuola), l’idea di una storia che si dipana lungo una strada, possibilmente a bordo di un macchinone americano (ma non necessariamente), attraversando paesaggi a stelle e strisce (ma non sempre), è stata riproposta un’infinità di volte. Anche dal cinema italiano, beninteso, e non senza merito: pensate a Il sorpasso. Ora, a sessantun’anni dalla pubblicazione di Sulla strada si sarebbe autorizzati a pensare che da questo filone non si possa tirare fuori più niente di nuovo, non fosse che arriva Sara Taylor a dimostrare che con il classico macchinone americano e tanti chilometri (o meglio miglia) di strade ci si può ancora fare qualcosa di completamente diverso.

Tanto per cominciare il romanzo vede in viaggio due donne, e non amiche come in Thelma e Louise, bensì una madre, chiamata semplicemente Ma, e sua figlia o figlio Alex. E qui già si tocca con mano la particolarità de Il contrario della nostalgia: per tutto il romanzo Alex, voce narrante della lunga peregrinazione sua e della madre da una costa all’altra (incluso un breve sconfinamento in Canada), rifiuta caparbiamente di rivelarci il suo sesso – come lo tiene cocciutamente nascosto ai suoi compagni di scuola, non senza conseguenze. Come se l’adolescente non accettasse l’idea di essere incasellato/a e identificato/a in base al suo semplice essere maschio o femmina. Del resto man mano che la strada si srotola, scopriamo che anche la sessualità di Ma è tutt’altro che semplice.

Ed ecco l’altro motivo per cui Il contrario della nostalgia si distacca nettamente da Sulla strada: il viaggio di Ma e Alex non è solo in avanti nello spazio ma anche indietro nel tempo. Ogni tappa di questo giro degli Stati Uniti (in macchina) è legata a un episodio dell’irrequieta vita della madre, una donna che non è mai riuscita a trovare terra che la reggesse, un luogo dove piantare le tende una volta per tutte. Persino il matrimonio che le ha dato Alex è una sistemazione temporanea, abbandonata proprio nella primissima pagina del romanzo, per andare a chiudere (o provare a farlo) capitoli lasciati aperti dell’esistenza di Ma; e così ci troviamo a scoprire il passato della donna insieme a suo/a figlio/a Alex, più d’una volta spiazzati quanto lui/lei.

Perché il/la figlio/a non ha letto che gli ultimi capitoli della storia di sua madre; prima di essi ce ne sono stati parecchi, alcuni dei quali a dir poco drammatici, che riemergeranno man mano che Ma ritrova vecchie conoscenze, vecchi amori, vecchie amiche (marcate l’ossessiva ricorrenza del nome «Laura», tanto che il titolo originale è, giustamente, The Lauras). E ogni volta che Alex imparerà qualcosa di nuovo eppur d’antico su sua madre, imparerà anche qualcosa di se stesso/a; a ogni tappa riemerge qualcosa del passato della madre (anche qualcosa di pericoloso), e al tempo stesso si definisce qualcosa del carattere di Alex, fino all’ultimo capitolo, nel quale farà la sua prima scelta autonoma, non più figlio/a trascinato/a dalla mamma, ma individuo che ha finalmente il suo viaggio da intraprendere.

Nel complesso, una storia di rimpianti, ripensamenti, ricordi; ma anche maturazione e crescita. Sconsigliata a chi soffre di mal d’auto, ma raccomandata a chi voglia entrare in un rapporto madre-figlio/a del tutto inconsueto, eppure stranamente credibile. E un’interessante opera seconda di una scrittrice che nel suo romanzo d’esordio, Tutto il nostro sangue (minimum fax, 2016), racchiudeva la sua narrazione nel piccolo spazio di un arcipelago davanti alle coste della Virginia (stato che costituisce il punto di partenza e di ritorno de Il contrario della nostalgia, si noti bene), ma ricostruendo sei generazioni di una stessa famiglia. Da uno spazio circoscritto alla vastità dell’America, quindi; ma sempre senza perdere di vista il passare del tempo e la persistenza del passato.

https://www.minimumfax.com/