Accoto, citando Hanna Arendt e la Vita Activa, distingue la dimensione del lavoro da quelle dell’azione e dell’opera, auspicando che l’automazione possa liberare il tempo dell’empatia, in un mondo non più “user-centrico” né “macchino-centrico”, dove l’ominazione è chiamata a negoziare la sua permanenza ed evoluzione sul pianeta
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