Tomas Downey / La realtà nella mente

Tomas Downey, Il posto dove muoiono gli uccelli, tr. Olga Alessandra Barbato, Gran Via, pp. 120, euro 13,00 stampa, euro 7,99 epub

Le raccolte di racconti sono impopolari tra molti editori italiani, e con la scelta di pubblicare questa raccolta Gran Via mostra che hanno torto. Il posto dove muoiono gli uccelli è una raccolta di racconti molto varia per ambientazione e trama, eppure Tomas Downey riesce a ottenere una coesione fra i racconti davvero forte grazie a uno stile molto particolare, con cui arriva a veicolare un malessere sottile sia nel ritratto di situazioni comuni e quotidiane che in storie fantascientifiche e strane.

Le trame dei racconti sono singolari, ma quello che risulta più interessante sono le situazioni e l’atmosfera. Si percepisce qualcosa di stonato nella realtà instabile di tutti personaggi, bambini, adulti e vecchi e un senso di impotenza nella loro interazione con la realtà.

Sorelle e Il posto dove muoiono gli uccelli comunicano in modo vivido e intenso il disagio dei bambini in un mondo storto, che non funziona, un mondo in cui le loro possibilità di intervento sono spesso poche, e anche queste sono viziate dal principio, e diventano così azioni allo stesso tempo innocenti e crudeli, spesso con conseguenze drammatiche. Ma anche gli adulti sembrano altrettanto smarriti e impotenti. Variabili e Un mazzo di cardi sono racconti che si concentrano sulla reciproca incomprensione in famiglie in cui i bisogni individuali, le dinamiche familiari e le pressioni sociali sono in netta contrapposizione, tanto da spingere i protagonisti verso scelte estreme e assurde. Le debolezze umane, fisiche ed esistenziali emergono nitide anche nei racconti Il primo sabato del mese e Un cimitero con le palme, in cui le fragilità della condizione umana sono incarnate in una vecchiaia difficile, che fatica a stare dietro alla realtà.

Ma forse i racconti in cui lo stile particolare di Tomas Downey si percepisce di più sono quelli in cui è il senso stesso della realtà che vacilla. Zoo e I Täkis sono storie che si direbbero di fantascienza, con un’ambientazione post-apocalittica, eppure non è l’ambientazione che li rende particolari, ma il modo realistico e allo stesso tempo strano in cui i personaggi reagiscono. Lo stesso vale per i due racconti quasi gotici, o new weird Gli uomini vanno in guerra e La pelle sensibile, quest’ultimo davvero inquietante e doloroso.

Tomas Downey è un giovane scrittore argentino nato a Buenos Aires nel 1984. La sua prima raccolta di racconti Acá el tiempo es otra cosa ha vinto premi in Argentina e Colombia. Il posto dove muoiono gli uccelli è la sua seconda opera. In un’intervista Downey ha spiegato che vede la scrittura come un lavoro di continuo apprendimento, e racconta come dalla stesura del primo racconto alla pubblicazione della raccolta siano passati otto anni. Nella stessa intervista spiega anche che, come Alonso Quijano, comincia a credere che quello che ha in testa sia più reale o più importante di ciò che è fuori. Ed è esattamente questa la sensazione che i suoi racconti danno: un realismo psicologico estremo, unito alla sensazione di una realtà sfalsata.