Sinofagia è un’antologia virtualmente gemella alla precedente Sinopticon, la raccolta di fantascienza cinese curata tre anni fa da Xueting C. Ni, sinologa, traduttrice e ricercatrice indipendente devota ai miti e alla letteratura speculativa della Repubblica Popolare. Con questa nuova silloge Xueting C. Ni, nata a Guangzhou nel periodo di riapertura delle frontiere a ovest ed emigrata a Londra all’età di undici anni, intende ora far conoscere al pubblico occidentale anche quella letteratura che dalle nostre parti è stata a suo tempo definita “gotica” e, più recentemente, “dell’orrore”.
Come spiega la stessa Xueting nell’introduzione al volume, e ribadisce nelle numerose interviste che trovate in rete, le storie di fantasmi sono sempre state di casa nella tradizione cinese senza che nessuno mettesse in discussione la loro appartenenza al canone classico. L’horror, inteso anche come filone pulp più grafico e sanguinario, a differenza della fantascienza, è stato invece a lungo messo all’indice come genere underdog, poco raccomandabile per il sentire comune e attenzionato dalla censura politica. Rispetto a venti anni fa, la situazione oggi sta cambiando, lo stigma editoriale che circondava il genere horror è in gran parte venuto meno, e l’orrore torna a riaffacciarsi nelle preferenze dei lettori cinesi. Sicuramente grazie alla crescente popolarità della letteratura online rispetto alla carta, ma, più in generale, in ragione delle ansie e della concitazione di una società condannata a vivere nel futuro, che si interroga ora sull’accelerazione dell’ultimo trentennio.
Come interrogazione problematica e aperta alle risoluzioni dell’ignoto, non stupisce quindi se l’orrore è rappresentato molto spesso attraverso il conflitto tra le figure della mentalità cittadina – il medico, lo scrittore di successo, ecc. – e quelle della tradizione contadina, meglio se intesa e declinata al plurale – le tradizioni – stante la vastità del quasi continente cinese. Un folklore occulto, e comunque invisibile per gli agenti della razionalità, molto spesso impregnato della miseria della campagna e del sangue ancora fresco della storia novecentesca, come i fantasmi dei banditi della montagna in Camminando nella notte di She Gong Ge. O come la violenza patriarcale tramandata da “usanze” come il ratto, l’abuso e la compravendita della sposa (Il matrimonio fantasma di Yimei Tangguo). In un mondo di spettri, dove nulla è veramente come appare, anche la cultura gastronomica può rivelarsi un’arma a doppio taglio per lo sprovveduto cittadino (L’hotpot dello yin e dello yan). Fuori dalle certezze della metropoli, la tecnologia stessa perde la sua allure rassicurante per trasformarsi nella sua versione “frankenstein”, come i golem surrogati utilizzati dai paesani in Ti’Naang di Su Min.
L’antologia, che raccoglie 14 tra racconti lunghi e short stories, pubblicati nell’arco di circa venti anni (2002-2022), non manca comunque di affrontare anche in modo più esplicito i temi della modernità e dell’horror metropolitano. In Conosci le torri dell’antico splendore? ci ritroviamo ad esempio, dopo qualche pagina, in un’atmosfera ballardiana, mentre scopriamo che in un nuovo condominio della periferia la gente ha iniziato a tumulare le ceneri dei cari estinti perché gli appartamenti risultano ormai più economici dei loculi al cimitero. Nel futuro prossimo di Sognare ad occhi aperti, di Fin Zhuo, i mostri che spuntano tra gli avatar degli impiegati durante le riunioni di lavoro in realtà virtuale rivelano il perturbante che, nemmeno troppo nascostamente, si cela dietro alla noia aziendale e ai grandi progetti di Metaverso. Una realtà ipercompetitiva che inizia all’università dove anche le leggende urbane più sanguinose possono servire a farsi largo nel campus come ne La ragazza sotto la pioggia di Hong Niangzi. Nell’antologia – apparsa con il titolo originale di Sinophagia: A Celebration of Chinese Horror – merita ancora sicuramente una menzione Il villaggio desolato di Cai Jun, una storia delicata e perturbante, che richiama l’ideale gotico e forse per questo può suonare più familiare al lettore europeo. Che in ogni caso non avrà difficoltà ad apprezzare anche tutti gli altri racconti di questa ottima antologia.


