Ali Smith / Le stagioni britanniche

Ali Smith, Estate, tr. Federica Aceto, Sur, pp. 337, euro 15,50 stampa, euro 9,99 epub

È affascinante leggere un romanzo che si svolge nella contemporaneità, soprattutto in un momento colmo di eventi e così facilmente marcabile. Questo è uno degli elementi di maggior interesse nel romanzo di Ali Smith, l’ultimo di quattro, che l’autrice colloca nel presente più attuale. Mentre i telegiornali non fanno che parlare di notizie relative alla pandemia e il mondo dell’intrattenimento la evita nel tentativo di fornire una fuga dalla realtà, Smith coglie la sfida di catturare attraverso la letteratura l’atmosfera e le sensazioni di un tempo tanto “strano”.

I Greenlaw vivono a Brighton, cittadina sul mare nel sud del Regno Unito. Potrebbero sembrare una famiglia come tante. Grace è una madre preoccupata ma distratta, che ha perso il controllo della famiglia. Il marito si è traferito nella casa accanto con la nuova compagna; Sacha, la figlia maggiore, è divorata dalla preoccupazione per il cambiamento climatico, e Robert, il figlio minore, desta grande preoccupazione. Da bambino dotato e intelligente, Robert è divenuto un adolescente con problemi scolastici, un’ossessione per Albert Einstein e un comportamento al limite del tollerabile, come appellare “buca delle lettere” una ragazza musulmana meritandosi una sospensione. Di fronte ai rimproveri degli insegnanti, Robert spiega di aver semplicemente ripetuto ciò che ha detto il Primo Ministro Boris Johnson. L’ironia della situazione non sfugge a Robert, che attua comportamenti socialmente inaccettabili ma che mettono la società di fronte alla propria ipocrisia. L’intelligenza di Robert ha preso una brutta piega, e attraverso questo personaggio aggressivo e fragile Ali Smith riesce a trasmettere le contraddizioni interne all’istituzione britannica. Ma forse non tutto è perduto. A causa di un brutto scherzo di Robert, la famiglia incontra una strana coppia, Art e Charlotte, personaggi già apparsi in altri romanzi di Ali Smith. Robert si innamora, e i due assumono il ruolo di porta sul passato.

Come negli altri suoi romanzi, l’autrice lega – più ai temi che alla trama – il suo presentissimo presente al passato. L’esplorazione del tempo anteriore la porta a trattare argomenti come intolleranza e isolamento, e la comunicazione col suo vero significato nell’ambito dei rapporti umani. Non si contano i riferimenti alla letteratura e all’arte: Dickens e Shakespeare, ma anche artisti poco conosciuti come Lorenza Mazzetti, regista, pittrice e scrittrice, lontana parente di Einstein e per questo perseguitata. Vittima dell’intolleranza è anche Daniel, protagonista di una parte del romanzo dove si trattano episodi poco conosciuti della Seconda Guerra Mondiale. Questa è forse la parte meno efficace del libro, dove Smith è troppo attenta alla novellizzazione de conflitto. Il passato viene esplorato anche come trascorso individuale, indispensabile alla formazione identitaria di Grace, donna e madre, persa fra ciò che è e il ruolo a cui deve adeguarsi. Eppure, nonostante i tempi siano problematici e drammatici, si avverte nel romanzo un sentimento ottimistico verso una società che al suo meglio sa recuperare la propria umanità attraverso contatti intimi e veri.