Francesco Cancellato / Prima (e dopo) le Elezioni Europee

Francesco Cancellato, Nel continente nero. La Destra alla conquista dell’Europa, Rizzoli, pp. 315, euro 17,50 stampa, euro 9,99 epub

Francesco Cancellato, direttore responsabile del giornale online Fanpage.it ha già alle spalle almeno due inchieste giornalistiche importanti riguardanti i maneggi più o meno illeciti dell’estrema destra in Italia e in Europa. La prima, risalente al 2018, riguardava i rapporti segreti fra la Lega di Salvini e la Russia di Putin, avvenuti con la mediazione del faccendiere filorusso, Gianluca Savoini, ex militante della rivista rossobruna Orion, fondata dall’ex terrorista nero Maurizio Murelli: accordi di collaborazione stretti all’Hotel Metropol di Mosca sotto la benevola supervisione del “filosofo” nazional-bolscevico Alexandr Dugin. La seconda del 2021, che documenta con telecamere nascoste – filmati a base di saluti a braccio teso e proclami razzisti e antisemiti trasmessi durante la trasmissione televisiva di La7 Piazzapulita – gli intimi legami fra la destra istituzionale di Fratelli d’Italia e la galassia neofascista e neonazista di Lealtà Azione, branca italiana del suprematismo internazionale che fa capo al Ku Klux Klan statunitense, e vicina a CasaPound e a Forza Nuova.

Questo ultimo libro di Cancellato invece ripercorre fino all’immediata attualità, le più pericolose derive destrorse, paese per paese in Europa, tracciandone i rispettivi identikit e individuandone l’arma principale che ha decretato le rispettive, controverse fortune nelle diverse situazioni nazionali: risultano così perfettamente evidenti i rischi di un loro ricompattarsi, attraverso la possibilità – se non la probabilità,  dato l’abbandono di ogni “cordone sanitario” nei loro confronti che era bastato finora a tenerle a bada – di ormai non più così impensabili alleanze con le destre moderate, per spostare, in un’eventuale e assai poco auspicabile vittoria nelle prossime elezioni europee [l’articolo è stato scritto prima del 6 giugno (N.d.R.)], il timone del parlamento di Bruxelles verso l’estrema destra: l’Europa rischierebbe allora davvero di diventare il “continente nero” sognando magari, come negli anni 30/40, la Fortezza Europa.

Il primo capitolo riguarda la Francia, il Front National di Jean-Marie Le Pen, divenuto con sommaria cosmesi, il Rassemblement National di Marine Le Pen: passepartout verso il consenso degli elettori francesi è stata sicuramente l’islamofobia. Segue nel capitolo successivo la Spagna di Vox: in questo caso Santiago Abascal ha tentato (purtroppo con certo successo) di resuscitare il fantasma di Franco e della Falange facendo appello al nazionalismo spagnolo da contrapporre alle forti istanze separatiste soprattutto basche e catalane. Il terzo capitolo, partendo proprio dalla questione del Metropol e dagli ambigui rapporti della Lega di Salvini con la Russia di Putin, cui già abbiamo accennato, approfondisce gli interessi e le oscure infiltrazioni che i servizi segreti russi e le varie agenzie putiniane intessono in tutta Europa, infiltrando e pilotando l’estrema destra (ma non solo) per favorire uno slittamento di tutto il continente verso oscure posizioni eurasiste. Si passa poi alla Svezia dove i Democratici Svedesi e i Democratici Nazionali tracciano una linea valida per tutta la Scandinavia (in Finlandia li imitano ad esempio i Veri Finlandesi) di risoluta lotta contro l’immigrazione: il loro modello è l’Ungheria di Orbàn. E proprio a questa è dedicato il quinto capitolo, un sistema di potere nazionale basato sul controllo quasi assoluto dei media che Orbàn ha imparato dal suo amico e mentore Silvio Berlusconi ma che, grazie ai finanziamenti concessigli con cieca generosità dalla Comunità Europea, ha elevato però ai livelli di una vera autocrazia totalitaria. Il successivo viaggio in Polonia vede invece il grimaldello dell’estrema destra fare leva sulla battaglia contro gli omosessuali e i diritti delle donne – quello all’aborto in particolare: il cattolicesimo integralista ha dovuto comunque scontrarsi, e continua a non avere per il momento il sopravvento assoluto, contro solide barricate da parte dell’opinione pubblica soprattutto femminile. In Germania infine, l’avanzata di Alternative für Deutschland ha trovato invece nel negazionismo climatico e nella lotta contro l’ambientalismo, in presunta difesa dell’industria e dei posti di lavoro, il suo punto di forza presso l’elettorato: il negazionismo climatico comunque non è che il paravento di un negazionismo assai più esteso che comprende l’Olocausto e le colpe del Reich hitleriano. Dulcis in fundo arriva l’Italia e i suoi Fratelli con l’ascesa stratosferica della Meloni, scaturita, come Minerva dalla testa di Giove, da un errore di valutazione di Berlusconi, quando nel 2012 comincia a liquidare il Popolo delle Libertà per rifondare Forza Italia e finanzia così un nuovo partito “gregario”, le cui potenzialità altamente sottostima, in cui far confluire i post-fascisti. Meloni così continua a crescere e dal 2019 sfrutta abilmente le numerose sciocchezze tattiche e strategiche di Salvini, in quel momento ancora per poco figura egemone del Centro-Destra, ma già troppo occupato a chiedere “pieni poteri” sculettando al Papeete o facendo l’uomo-sandwich con la brutta faccia di Putin. Come giustamente fa notare Cancellato in conclusione al suo libro, i nodi alla fine verranno in qualche modo al pettine e Meloni, anzi Giorgia come la propaganda vuole, non potrà più tenere il piede in due staffe e sarà costretta a decidere da che parte stare: con l’Alt-Right di Steve Bannon, di Donald Trump e della Conservative Political Action Conference con le sue filiali nella Budapest di Orbàn, o con i Popolari delle destre moderate europee, con Weber e Von der Leyen? Entrerà a far parte dell’establishment di Bruxelles, soffocando per quanto possibile i propri rigurgiti neofascisti, o sarà un altro cavallo di Troia delle destre più estreme verso il cuore dell’Europa? Nel dubbio, il prossimo, indeciso elettore è vivamente invitato a considerare i rischi delle proprie scelte.