Giovanni Mariotti / La molteplicità letteraria

Giovanni Mariotti, La biblioteca della Sfinge. Cento enigmi letterari, Palingenia, pp. 271, euro 40,00 stampa

Il vizio di scrivere per Giovanni Mariotti diventa spesso l’espressione degli altri. La folla che gli si accosta alle spalle quando lui si posiziona davanti al foglio bianco o davanti al computer. E cosa c’è di meglio di una biografia, pur piccola e involontaria ma assolutamente irrinunciabile, per togliere di mezzo le scuse del tempo che mai si toglie la voglia di azzerare l’essere umano, in vita biologica e opere depositate sulla terra? L’accesso allo sguardo di Mariotti avviene sempre – da molti decenni ormai – per vie trasversali rispetto all’editoria mainstream, il che come azione va a conficcarsi là dove i più non se lo aspettano. Per dire: come invariabilmente perdersi nel labirinto circoscritto delle calli veneziane e per questo sentire il godimento salire dai piedi ai polpastrelli, dalle gambe a quella misteriosa area del cervello predisposta alla felicità creativa. E voilà, ecco apparire un volumetto (espressione adatta alle sue dimensioni ispirative) di non poche pagine e di non trascurabile valore grafico (carta, caratteri, rilegatura) da un editore che alberga nella città acquatica per eccellenza. Venezia dove, guarda caso, furono stampati per la prima volta Talmud e Corano, dove gli artefici di questa avventura del tutto fuori dalle attuali stagioni si aggirano instancabili intorno a giacimenti letterari che invitano a smarrirsi e al contempo a ritrovarsi in una laguna di specchi e pensieri.

Mariotti fa tornare indietro le parole e le avventure – spesso stranianti, e a dirla tutta talvolta “divertenti” – di scrittori di cui il lettore, più o meno avvertito, più o meno sagace e frequentatore dei secoli letterari, deve indovinare il nome. Tutto questo sotto lo sguardo iperbolico della Sfinge che, si sa, uccideva chi non sapere rispondere alle sue domande e risolverne gli enigmi. Una Biblioteca della Sfinge eponima della famosa rubrica della “Settimana enigmistica” protettrice di coloro che alla rivista si affidano per salvarsi la pellaccia dall’assalto delle milionate di circostanze che la vita riserba. La Sfinge ebbe la bontà di togliersi di mezzo quando Edipo risolse l’enigma. Il lettore di questo libro dovrà utilizzare un coltello per accedere all’ultimo sedicesimo intonso nel caso non riuscisse a trovare l’identità del centone di scrittori qui raccolti. Meglio la carta stampata, occorre dire, che l’aiuto farlocco del web, nemmeno in grado di strappare qualche sorriso a chi si trovasse alle prese con La biblioteca della Sfinge, al suo polimerico contenuto, poliritmico quanto mai – se non addirittura “multiversico”.

Mariotti ringrazia in sede laterale e finale quanti autori lo hanno condotto all’impresa attraverso altrettanti libri a cui bisognerebbe pensare di andare o tornare non foss’altro che per buona educazione. E inoltre avverte sull’erotismo insito nel suo libro, portatore di piaceri senz’altro solitari, al netto di chi riesce a leggere in contemporanea col proprio partner – quando c’è. Leggere “microbiografie”, indovinare l’identità, e guardare: piaceri di cui il guardare è favorito da immagini ambiziose dove appaiono lettrici e lettori rappresentati in pose che attraversano i millenni, dal mondo classico a oggi e con diversi mezzi artistici. Dal dipinto alla scultura, dalla fotografia all’illustrazione sono molte le tavole che accompagnano i titoli dei cento capitoletti, molti dei quali strizzano l’occhio alla rêverie che – si spera – accompagnerà il cortese fruitore di questo libro Palingenia Venezia capace di accarezzare la molteplicità.