“Loro”: non si sa chi sono, da dove vengono, quale piano perseguano oltre a quello di punire severamente coloro che in un’Inghilterra bucolica, luminosa e ricca di vegetazione, coltivano l’arte, la musica, la poesia e la lettura. “Loro” appaiono improvvisamente vicino alle dimore e lungo strade e sentieri, e qualcosa di misterioso accade sempre, qualche abitante scompare mentre chi rimane spera d’essere risparmiato mentre chiacchiera con i propri amici e vicini di casa. Tutti si conoscono, sembrano allarmati ma del tutto inabili a reagire contro l’aggressione di gente metodica e priva di pietà tesa a cancellare arte e ricordi nelle genti che vivono in questo angolo di campagna inglese. Chi resiste viene punito, tutti lo sanno, ma tutti non possiedono che una specie di speranza inerme e alla fine inservibile verso chi stritola la comunità. Le punizioni sono terribili: braccia tenute sulle fiamme per molti minuti, occhi cavati dalle orbite, amnesie e sordità indotte a forza. “Loro” sottraggono romanzi e dipinti, cancellano le emozioni, richiudono i ribelli in sinistre torri lungo la costa. E tutto avviene dentro un paesaggio che conserva pacifica bellezza e rigogliosità.
In Loro, straordinaria opera narrativa pubblicata da Kay Dick nel 1977, la cancellazione delle emozioni, la “desensibilizzazione” perpetrata da nemici misteriosi, satura gli spazi di quel mondo come un veleno teso a colpire gli umani in una natura impregnata di elementi disturbanti. Nessun sentiero, bosco o distesa ondulata sono privi di pericolo imminente, i movimenti a zigzag di coloro che vogliono far del male incrociano più volte i passi di chi cerca solo pace e normalità. I protagonisti di questa serie di racconti – riuniti dall’autrice col sottotitolo “Una serie di inquietudini” –, artisti e intellettuali, cercano di sfuggire alle aggressioni tenendosi strette le abitudini di una vita quotidiana ormai stravolta dal terrore celato dietro ogni curva, nell’ombra, e perfino nei giardini delle abitazioni. La lettura di Loro inquieta proprio per il profondo intreccio fra un naturalismo che deve a H.D. Thoreau l’insito spirito di sopravvivenza, e una distopia che trasporta in molti dei luoghi letterari frequentati da R. Bradbury, H.P. Lovecraft, Th. Sturgeon. E da cineasti come M. Night Shyamalan, che senza alcun dubbio potrebbe candidarsi a sceneggiare e filmare il romanzo di Kay Dick.
Kay Dick, editor e editrice queer, nel 1977 era al suo quarto libro, ebbe poche recensioni e ancor meno promozione da parte della Penguin (a tal proposito non manca in quest’edizione una esauriente nota iniziale di Carmen Mara Machado). Sessismo, raffinatezza di stile, una probabile censura decretata da chi vide nell’intreccio dei racconti il vero mandante delle sanguinose repressioni, nonostante nel libro non vi sia alcuna menzione a riguardo, sono tutte le ragioni che condannarono Loro all’oblio. Fino alla recente riscoperta di Faber Editions, nel 2022, e in Italia di minimum fax. Kay Dick, dopo aver vissuto per vent’anni con la compagna, la scrittrice Kathleen Farrell, è morta nel 2001. È stata la prima donna a dirigere una casa editrice inglese.