Paco Cerdà / Nel cuore delle tenebre

Paco Cerdà, Presenti, tr. di Federica Niola, Mondadori, pp. 324, euro 22,00 stampa, euro 11,99 epub

Il fenomeno del fascismo, sia nella sua forma latente che manifesta, si è infiltrato progressivamente nella società: i notiziari televisivi, la stampa e numerosi episodi di cronaca ne sono una prova tangibile. Un’ideologia che opera in modo subdolo, facendo leva su contrapposizioni sociali e indirizzando l’attenzione della collettività verso presunti nemici, distogliendola così dai tentativi di egemonia sociale. Questo è il tema principale dell’opera di Paolo Cerdà, scrittore spagnolo nato a Genovés nel 1985. Come l’Italia, anche la Spagna ha vissuto l’esperienza della dittatura fascista con Franco, iniziata prima della Seconda Guerra Mondiale e protrattasi ben oltre di essa.

Nel 1939, in seguito all’ascesa al potere dei falangisti, un gruppo di sostenitori decide di riesumare il corpo di José Antonio Primo de Rivera, fondatore del loro partito, giustiziato dalle forze repubblicane nel 1936 e successivamente elevato a simbolo nazionale. La processione funebre attraversò la Spagna per 467 chilometri, accompagnata da manifestazioni di consenso nelle varie tappe, spesso caratterizzate dal saluto fascista, sebbene non sia possibile distinguere tra una sincera adesione e una mera paura. Questa ostentazione di forza fu una dimostrazione per far vedere chi comandasse in Spagna.

Il romanzo di Cerdà ha una struttura corale, dando voce tanto ai seguaci del regime quanto ai prigionieri dei campi di concentramento, ai persecutori, alle vittime e ai cittadini comuni, divisi tra resistenza e accettazione passiva. I racconti dei resistenti permettono di ricostruire le atrocità perpetrate dai regimi autoritari, analoghe a quelle documentate in Italia, Cile o Argentina – i primi esempi che mi vengono in mente –, a testimonianza della costante ricorrenza storica di questi eventi. Mentre i sostenitori del regime rispondevano “presente” durante le commemorazioni, l’autore sembra chiedersi e chiederci se saremmo capaci di rispondere anche noi “presente” in caso di bisogno, se siamo pronti a contrastare revisionismo e negazionismo tanto caro alle destre, sottolineando l’importanza di vigilare sulla democrazia e intervenire tempestivamente contro ogni minaccia ad essa.

Uno stile pulito ed essenziale immerge in una lettura scorrevole, la struttura della scrittura non conosce pause o flessioni, personaggi delineati in modo profondo con pochi tratti di penna. Un romanzo per certi versi, storico e sociale, che non andrebbe perso, un documento che dovrebbe entrare nella memoria collettiva e rimanerci per sempre.