Fulvio Ervas sceglie Joseph Roth

Fulvio Ervas sale agli onori della cronaca e spopola letteralmente in libreria quando la casa editrice Marcos Y Marcos pubblica Se ti abbraccio non aver paura, la commovente quanto reale storia di Franco e Andrea Antonello, padre e figlio affetto da autismo. Il libro viene tradotto in nove lingue e riceve numerosi premi. La sua capacità di empatizzare con il lettore raccontando storie che prendono spunto da fatti reali, e la sua sensibilità caratterizzano tutti i suoi romanzi che inevitabilmente fanno breccia nei nostri cuori. Ervas nostro ospite su Pulp Libri, per Paragrafi ha scelto Joseph Roth, uno scrittore che come lui ama far riflettere e tratta tematiche importanti.

Le baracche dell’ospedale militare numero XXIV erano ai confini della città. Dal capolinea del tram fino all’ospedale un uomo sano avrebbe impiegato mezz’ora a passo sostenuto. Il tram conduceva al mondo, alla grande città, alla vita. Ma i ricoverati dell’ospedale militare numero XXIV non potevano raggiungere il capolinea del tram.

Erano ciechi o paralitici. Erano zoppi. Avevano la spina dorsale spezzata. Erano in attesa di un’amputazione, o già l’avevano subita. Per loro la guerra era un lontano evento del passato. Avevano dimenticato l’addestramento, il caporale, il reparto, il cappellano militare, il compleanno dell’imperatore, il rancio, le trincee, l’attacco. La pace con il nemico, loro, l’avevano già firmata. E si stavano preparando per una nuova guerra; con il dolore; con le protesi; con gli arti storpiati; con le schiene storte; con le notti insonni; con le persone sane.

Solo Andreas Pum era soddisfatto di come erano andate le cose. Aveva perso una gamba e aveva ottenuto una medaglia. Molti non avevano nessuna medaglia, benché avessero perso molto di più di una gamba. Erano senza braccia e senza gambe. O erano costretti a letto per una lesione al midollo spinale. Quando vedeva gli altri soffrire Andrea Pum si rallegrava.

Credeva in un Dio giusto. Il quale distribuiva ferite alla schiena e amputazioni, ma all’occorrenza anche decorazioni. A pensarci bene, la perdita di una gamba non era poi un fatto così grave e aver ottenuto una medaglia era una fortuna non indifferente. Un invalido poteva contare sul rispetto degli altri. Un invalido decorato, su quello del governo.

Il governo è qualcosa che sovrasta le persone come il cielo sovrasta la terra. Ciò che esso dispensa può essere buono o cattivo, e anche se a volte è comprensibile ai comuni mortali è comunque qualcosa di grande e potente, inesplorato e inesplorabile.

C’erano suoi commilitoni che inveivano contro il governo. Si consideravano sempre vittime di qualche ingiustizia. Come se la guerra non fosse una necessità! Come se da essa non derivassero obbligatoriamente sofferenze, amputazioni, fame e povertà. Cosa pretendevano? Erano dei senza Dio, senza imperatore, senza patria. Erano dei miscredenti. “Miscredente” è il miglior modo di descrivere coloro che si oppongono a qualsiasi cosa provenga dal governo.

(Joseph Roth, La ribellione, trad. Renata Colorni, Piccola Biblioteca Adelphi)

 

Per chi, come me, ritiene che le guerre siano faccende interessanti solo per chi rimanga lontano dalle trincee, il personaggio di Andreas Pum (uomo amante di Dio e dell’imperatore) viene accompagnato da Roth allo svelamento dell’essenza stessa dei conflitti, cioè “dell’intimo legame tra le latrine e il patriottismo”.

La ribellione, che pur storicamente risente del marasma della repubblica di Weimar, racconta un naufragio, e bisbiglia a noi, oggi, naviganti tra  marchingegni finanziari, crisi energetiche, guerre latenti e solo rinviate, che siamo in acque perigliose.
E che forse, serve davvero anche la penna lucida di uno scrittore per aiutare noi tutti a non affondare.
A non dover inciampare come accade a Andrea Pum. Per Joseph Roth: “chapeau”!

Fulvio Ervas nasce a Musile di Piave (Venezia) e ha pubblicato con Marcos Y Marcos tutti i suoi libri. Con la sorella Luisa Carnielli ha scritto La lotteria (2005), Commesse di Treviso (2006) e Succulente (2007). A seguire pubblica Pinguini arrosto (2008), Buffalo Bill a Venezia (2009), Follia docente (2009), Finché c’è prosecco c’è speranza (2010) da cui viene tratto l’omonimo film scritto e diretto da Antonio Padovan, L’amore è idrosolubile (2011), Se ti abbraccio non aver paura (2012) da cui viene tratto il film Tutto il mio folle amore diretto da Gabriele Salvatores, Si fa presto a dire Adriatico (2013), Tu non tacere (2015), Pericolo giallo (2016), Nonnitudine (2017), C’era il mare (2018) e Il convegno dei ragazzi che salvano il mondo (2019).