Patmos. Una poesia di Pier Paolo Pasolini sulla strage di Piazza Fontana

Alcune note di lettura.

Patmos fa parte della raccolta “Trasumanar e organizzar” (1971) e viene pubblicato per la prima volta nel numero di ottobre/dicembre 1969 della rivista “Nuovi Argomenti”.

“Secondo una tecnica tipica della neoavanguardia (per esempio Balestrini), il testo รจ formato da tre diverse “stringhe” che vengono ritagliate e alternate come in un collage, la prima “stringa” รจ quella dell’Apocalisse di Giovanni (Patmos รจ il nome dell’isola in cui l’evangelista era esiliato), la seconda รจ un elenco giornalistico delle vittime, la terza un discorso polemico sulle dichiarazioni del presidente Saragat e dei potenti democristiani.” (Pasolini, Tutte le poesie, Mondadori 2003, volume II).

Pier Paolo Pasolini tornerร  in modo molto piรน preciso e meno ambiguo sulla strage con le famosissime parole: โ€œIo so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12-12-69. Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna [โ€ฆ] Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indiziโ€. (โ€œCorriere della seraโ€ del 14 novembre 1974) e farร  un film militante insieme a Lotta Continua e Goffredo Fofiย  “12 dicembre” (1971), una sorta di inchiesta operaia a partire dalla strage.

Le note alla poesia sono di Pasolini.


PATMOS

Sono sotto choc
รจ giunto fino a Patmos sentore
di ciรฒ che annusano i cappellani
i morti erano tutti dai cinquanta ai settanta
la mia etร  fra pochi anni, rivelazione di Gesรน Cristo
che Dio, per istruire i suoi servi
โ€“ sulle cose che devono ben presto accadere โ€“
ha fatto conoscere per mezzo del suo Angelo
al proprio servo Giovanni.
Ci sono lร  marcite; e molti pioppi. Venendo da lร 
vestivano di grigio e marrone; la roba pesante,
che fuma nelle osterie con le latrine allโ€™aperto.
Poca creanza, farsi ritrovare cosรฌ,
da parte di quei galantuomini non ancora del tutto romanizzati,
e sรฌ che tutti i barocci erano spariti da un pezzo!
Ma gli usati corpi, non di monaci,
perchรฉ cattolici erano cattolici, ma sโ€™erano sposati, fornicando
la loro parte; insomma, giusto perchรฉ dei nipotini oggi piangessero.
Solo un suicidio porterร  sulle tracce del responsabile di tal pianto[1].
Lombardi al Governo! Tra voi e il paese cโ€™รจ un abisso.
รˆ la vostra banalitร  che lo scava (le ยซeยป strette
son niente confronto al lessico; che umile dialetto non รจ;
lo fosse!)
E chi รจ sotto choc ride con gli occhi di Antonioni
Il quale attesta come parola di Dio e testimonianza di Gesรน Cristo
e anche Pasolini ride,
tutto quello che ha veduto,
mentre Moravia รจ distratto, beato chi legge,
e beati coloro che ascoltano le parole di questa profezia.
Che ne piangano le loro famiglie; io ne parlo da letterato.
Oppongo al cordoglio un certo manierismo.
Di tradizioni recenti son piene le Sette Chiesuole.
Canoni e tropi a disposizione rimpiazzano le commozioni;
e basta deciderlo, lโ€™umore necessario รจ pronto
con tutti i suoi caratteri
(di difesa dietro il lessico, esso, eslege, desueto)
chi รจ al potere altresรฌ ha le sue figure
entro cui comodamente sostituire al logos il nulla;
dietro una cattedra, un tavolo da lavoro,
col doppiopetto: perchรฉ il tempo รจ lontano.
Cosรฌ si consola la morte, e chi ha la cattiva creanza
di farsi piangere; ridotto a tronconi: cosa inammissibile
in un uomo serio, che si occupa di agricoltura!
Come poi se fossimo nel โ€™44.
Io sono lโ€™Alfa e lโ€™Omega,
colui che รจ, che era e che viene, lโ€™Onnipotente;
fidando su ciรฒ, lโ€™onorevole Rumor, Pocopotente
ma Potente, comunque,
si dissocia dai telespettatori dei bar
e parla ai piccoli borghesi in famiglia che si saziano
di indignazione del tutto lessicalmente estranea al popolo.
Attilio Valรจ: presente!
52 anni, abitava a Mairano di Noviglio.
Era separato da otto anni dalla moglie;
era un bellโ€™uomo alto circa un metro e ottanta:
commerciava in bestiame
Io, Giovanni, vostro fratello,
che partecipa con voi alla stessa tribolazione
al regno e alla perseveranza di Gesรน,
mi trovai relegato nellโ€™isola chiamata Patmos
a causa del Vangelo di Dio e delle testimonianze che rendevo a Gesรน.
Lโ€™Autoritร  dello Stato moderato non contempla la realtร  dei sensali.
Pietro Dendena (presente!) 45 anni,
abitava a Lodi in un nuovo edificio di Via Italia 11
con la moglie Luisa Corbellini, la figlia Franca, 17 anni,
che frequenta il corso di segretariato dโ€™azienda,
e il figlio Paolo, 10 anni, alunno di quinta elementare.
Di professione mediatore,
frequentava regolarmente il mercato di Piazza Fontana
non mi meraviglierei da letterato schizoide
che comparisse tale e quale in un olio del Prado
nรฉ che avesse un debole per lโ€™Inter;
ci son portichetti a Lodi, tetramente settentrionali โ€“
contro un cielo buio, con nuvole basse โ€“
micragna dei tempi degli Antenati, odor di vacche!
Lโ€™รจ il dรฌ di mort (tutti presenti).
Quanto a Paolo Gerli, 77 anni (presente)
ci son portichetti a Lodi a sesto acuto,
e le piccole osterie micragnose sanno di vestiti bagnati
riscaldati dalla stufa
abitava con la moglie in un bellissimo palazzo di Via Savarรฉ,[2]
dove si era trasferito nel 1954
possidente di non pochi terreni agricoli,
curava in proprio il commercio dei prodotti della sua terra.
I vicini di casa, loro,
lo ricordano come un signore gioviale e esuberante.
Usava regolarmente la bicicletta.
Aveva avuto dal matrimonio tre figlie tutte sposate.
Or, ecco, fui rapito in estasi, nel giorno del Signore
e udii dietro a me una voce potente, come di tromba
Eugenio Corsini, 55 anni, presente!
abitava dallโ€™epoca delle nozze in Via Procopio 8,
padre di due figli ormai sposati,
commerciava in olii lubrificanti per macchine agricole.
La moglie non aveva smesso di lavorare.
Non si cantarono serenate in quel 1940;
dal 1940 si era lavorato giudiziosamente, a casa a far la calza.
Si erano frequentate scuole in vista di futuri risparmi;
niente grilli per la testa, che nessuno avesse niente da ridire;
la Morale come una cosa passata di donna in donna;
poco riso negli occhi, e gran risate al momento giusto: a Natale.
Io mi voltai per vedere la voce che parlava
e appena voltato vidi sette candelabri dโ€™oro
Carlo Luigi Perego, 74 anni, risiedeva a Usmate Velate
e in mezzo ai candelabri Uno che assomigliava al Figlio dellโ€™Uomo
in Via Stazione 21
vestito di una lunga veste
lascia la moglie e due figli sposati
che hanno proseguito la sua attivitร  di assicuratore
e cinto dโ€™una fascia dโ€™oro sul petto
Era venuto a Milano per rivedere i vecchi amici
e per sbrigare alcune faccende relative allโ€™attivitร  dei figli
Il suo capo e i suoi capelli erano bianchi come lana
i suoi piedi erano simili a rame ardente arroventato in una fornace
(cosรฌ disse chi li raccolse sotto il bancone)
Aveva presieduto, in qualitร  di coraggioso combattente del โ€™15-18
la locale sezione dellโ€™associazione dei combattenti. Presente!
Carlo Garavaglia, 67 anni, presente!
Alla morte della moglie era andato a abitare con la figlia sposata
la sua voce era come il rumore delle grandi acque
a Corsico in Via XX Settembre 19.
Nella destra teneva sette stelle.
Era stato macellaio
dalla sua bocca usciva unโ€™acuta spada a due tagli
percepiva attualmente una pensione di 18 mila lire.
La sua faccia era come il sole.
Tentava di realizzare qualche guadagno extra facendo il mediatore.
Carlo Gaiani, presente, 57 anni,
abitava con la moglie alla cascina Salesiana
Era perito agrario
ed aveva condotto con successo lโ€™azienda agricola
che conduceva come affittuario, fino ad alcuni anni addietro.
Ora lโ€™azienda era in decadenza.
Lavorava personalmente la terra con un solo lavorante.
Si era recato alla Banca dellโ€™Agricoltura
per concludere la vendita delle ultime 14 vacche.
Saragat taccio, ma ne parla lโ€™ยซObserverยป .
Oreste Sangalli, 49 anni: ยซPresente!ยป
affittuario della cascina Ronchetto in via Merula 13 a Milano
mettiamo la sordina alla tromba di quellโ€™Uno
lascia la moglie e due ragazzi, Franco di 13 e Claudio di 11
fare dโ€™ogni erba un fascio degli estremisti
si era recato al mercato di Piazza Fontana
va bene per i giornali indipendenti (dalla Veritร )
come tutti i venerdรฌ in compagnia di Luigi Meloni
ma un presidente della Repubblica!
Si erano momentaneamente lasciati a Porta Ticinese
Non si puรฒ predicare moderazione
e si erano dati appuntamento a Piazza Fontana
in un paese dove รจ appunto la moderazione che va male
Hanno trovato entrambi la morte
e dove non si puรฒ essere moderati senza essere banali
poco dopo essersi ritrovati.
Luigi Meloni, 57 anni presente:
commerciante di bestiame abitava a Corsico in Via Cavour
con la moglie e il figlio Mario, studente di 18 anni.
Possiede qualche piccola proprietร  immobiliare.
Era venuto a Milano con la vettura del Sangalli.
E quando lโ€™ebbi veduto io caddi ai suoi piedi come morto.
Ma egli pose sopra di me la sua destra e disse:
Non temere, io sono il Primo e lโ€™Ultimo.
Io sono il Medio, parvero dire Rumor e i suoi colleghi.
Non si puรฒ essere medi, qui, senza essere privi dโ€™immaginazione.
Io sono il Primo e lโ€™Ultimo, il Vivente.
Giulio China, 57 anni, presente!!
Era uno dei piรน importanti commercianti di bestiame di Novara,
ove possedeva due cascine. Lascia la moglie e due figlie sposate.
Ho subรฌto la morte, ma ecco, ora vivo nei secoli dei secoli
(a differenza di Giulio China)
e tengo le chiavi della morte e dellโ€™inferno.
Mario Pasi, cinquantโ€™anni: presente,
abitava con la moglie in un bellโ€™appartamento di Via Mercalli 16.
Ah antichi portichetti a sesto acuto, grigi, scrostati,
sotto cui lโ€™ombra รจ cosรฌ fredda che par di essere in Germania
e i negozietti di mercerie stringono il cuore, e ancor piรน
se vi si vendono anche caramelle, in scatole di cartone
Ma ci son anche palazzi di metallo e vetro
che danno sui parchi
Non aveva figli. Geometra,
si era dedicato allโ€™amministrazione di fondi e stabili.
Era stato ufficiale di cavalleria.
Scrivi dunque le cose che hai vedute,
e le presenti e quelle che verranno dopo di esse:
lโ€™Italia รจ in crisi, e la stessa crisi che soffro io
(inadattabilitร  alle nuove operazioni bancarie)
la soffrono alla loro bestial maniera i fascisti:
le ultime 14 vacche! Le ultime 14 vacche!
Ecco il senso misterioso delle sette stelle;
chรฉ se sette erano magre, le altre sette erano ancor grassottelle.
Carlo Silva, 71 anni, abitava in Corso Lodi 108,
con la moglie e un figlio, impiegato alla ยซDubiedยป.
Aveva un secondo figlio sposato.
Aveva fatto il mediatore per tutta la vita
ma una lieve forma di paralisi lo aveva costretto
a muoversi con lโ€™ausilio di un bastone.
Percepiva una esigua pensione, ma non aveva rinunciato
a recarsi ogni venerdรฌ al settimanale convegno coi vecchi colleghi.
Bisogna andare da loro, stupidi come vipere, e dir loro:
Siamo fratelli: possediamo le ultime quattordici vacche:
la nostra azienda รจ in rovina,
lavoriamo con le nostre mani la terra
aiutati da un solo lavorante.
Non siamo piรน in grado di abitare in questo Paese
che se ne va per le strade nuove della storia
che hai veduto nella mia destra
e dei sette candelabri dโ€™oro;
Gerolamo Papetti, 79 anni,
abitava alla cascina Ghisolfa di Rho
di cui era proprietario.
Aveva perso la moglie alcuni anni addietro.
Lascia tre figli, uno dei quali, Giocondo,
lo aveva accompagnato a Milano
ed รจ rimasto ferito in seguito allo scoppio.
Le sette stelle sono i sette Angeli delle sette Chiese
e i sette candelabri sono le sette Chiese.
Beh,
non ho intenzione di scrivere lโ€™intero Apocalisse:
ormai basta solo progettarlo;
e cosรฌ le idee, basta enunciarle: realizzarle รจ superfluo.
In piena epoca industriale,
coltiviamo dunque la terra con le nostre mani, e un solo lavorante,
Andremo dunque presto a vendere le nostre ultime 14 vacche
ai Vicini nel 1970 avanti Cristo.
No, davvero non si puรฒ,
lโ€™ecolalie neanche notarili
vomitate su noi dai nostri coetanei al Governo
sono intollerabili. Caro Moravia, caro Antonioni,
andiamo di lร .
Poi venni a casa.
La porta che dava sul corridoio della camera di mia madre
era aperta: da ciรฒ arguii la sua inquietudine.
Essa ha ottantโ€™anni, lโ€™etร  di Gerolamo Papetti:
e penso a ciรฒ che deve ancora soffrire.
Da letterato che fa della letteratura
dichiaro la mia solidarietร  a ยซPotere Operaioยป
e a tutti gli altri groupuscules di estrema sinistra,
Saragat non doveva fare un fascio di quellโ€™erba:
e dunque sugli scudi Tolin.
Le sette Chiese sono su di noi, le zozze.
Scende la notte dello choc: il Naviglio va sottoterra
Tu ti suiciderai
se avevi tutto da guadagnare e nulla da perdere[3]
e quindi non sei un fascista di sinistra, che, poverino,
coi suoi ideali estremistici ora cosรฌ tragicamente frustrati,
รจ divenuto mio caro fratello, e vorrei abbracciarlo forte;
tu ti ucciderai, fascista pazzo,
e il tuo suicidio non servirร  ad altro
che a dare una disgraziata traccia alla Polizia.
In attesa di essere vendute, queste nostre ultime 14 vacche
pascolano crepuscolari a Patmos
dove ci si limita a scrivere, dellโ€™Apocalisse, il solo prologo.
Ma approfondiamo
(che altro non si fa a Patmos,
senza giungere mai a conclusioni diverse da quelle previste,
il deprimente disprezzo per la borghesia, ivi compresi
i morti di cui sopra, tutti onorabilmente vissuti infino alla fine)
proseguendo, proseguendo eroicamente,
dopo aver steso un velo sulla sconfitta dei giovani
A Efeso a Pergamo a Smirne a Tiatira a Sardi a Filadelfia e a Laodicea
vivono i lettori che disprezzano i buoni sentimenti
e sanno, sanno bene del binomio Autoritร -Banalitร ,
ma ciรฒ non esclude che anche tra loro
i buoni sentimenti siano poi del tutto screditati, anzi, anzi!
Ma le conclusioni di ogni approfondimento sono prevedibili, ripeto.
Lโ€™ultimo odor di stalla e di farina
e la stoffa che fuma nelle osterie con la latrina allโ€™aperto
dove va gente che se la intende sullโ€™onorabilitร 
e vi fa del razzismo romanico
unisce intellettuali di sinistra e fascisti a un unico culto
in via di estinzione: allontanando nel cosmo il punto di vista[4]
essi appaiono tutti raccolti a imprecare allo stesso tabernacolo;
la porta della storia รจ una Porta Stretta
infilarsi dentro costa una spaventosa fatica
cโ€™รจ chi rinuncia e dร  in giro il culo
e chi non ci rinuncia, ma male, e tira fuori il cric dal portabagagli,
e chi vuole entrarci a tutti i costi, a gomitate ma con dignitร ;
ma son tutti lร , davanti a quella Porta.

[1] Questi versi sono stati scritti tra il 13 e il 14 dicembre; prima che si sapesse del suicidio dellโ€™anarchico Pinelli.
[2] Ricordo di nuovo al lettore che questi versi sono stati scritti solo il giorno dopo i fatti di cui si parla.
[3] Prevedendo in questi versi un suicidio, pensavo, con assurda ingenuitร , che il colpevole che si sarebbe suicidato sarebbe stato un fascista.
[4] Come nella Commedia pappo coesiste notoriamente con pulcro.

Articolo precedentePiazza Fontana. Una ricostruzione e quindici domande senza risposta
Articolo successivoEve Ensler. Vecchio, vattene.