A Parigi Cendrars inizia a frequentare il mondo dei letterati: diventa amico di Cocteau, di Max Jacob, di Modigliani (che lo ritrarrà in due occasioni), di Robert e Sonia Delaunay; l’anno seguente pubblica il poemetto Prosa della Transiberiana e della piccola Jeanne de Arc, un foglio lungo due metri e illustrato dalla stessa Delaunay, primo esempio di «simultaneità», come lui stesso la definisce, che assieme alle Diciannove poesie elastiche (1919) è in qualche modo il suo contributo al futurismo; seguiranno poi altre esperienze poetiche, fino a quelle raccolte sotto il nome di Documentaires (1925) che segna il suo pressoché definitivo abbandono della poesia.
Patti Pravo, La cambio io la vita che... Tutta la mia storia. "Sebbene possa parere strano, la scatenata esistenza della Pravo ha i suoi momenti di interruzione e silenzio solo quando la civiltà viene lasciata alle spalle e comincia la fuga impossibile, fra Tuareg, jeep, dune e cammelli, a contatto con un mondo che non è quello occidentale e che si apre in una dimensione diversa; tanto più vera dal momento che nella vita della Pravo non c'è mai, come spesso si rinviene nelle memorie di chi fu giovane negli anni Cinquanta-Sessanta, quel richiamo alla cultura contadina e al mondo agreste che si andava man mano modificando."
Linda Nagata, Red. "Il romanzo, una volta iniziato, è impossibile da abbandonare. Anche perché fino alle ultime battute il lettore si domanda se ciò che accade sia veramente reale, cioè abbia un senso teleologico, si muova in una direzione, o invece si tratti di una serie di coincidenze significative che s'incastrano l'una dopo l'altra."
David Gerrold, Il viaggio dello Star Wolf. "Un teorico della letteratura “alta” storcerebbe il naso a questo cambio di registri, alle diverse ellissi, all'hysteron pròteron in cui Harlie spariglia le carte, ma per fortuna la letteratura di genere persegue altri meccanismi, e accettata la cesura il lettore segue con gran soddisfazione gli eventi e un complesso sistema dubitativo in cui ognuno si interroga: Harlie sulla necessità della menzogna, Korie sull'ambivalenza divina, Brik sullo statuto dei guerrieri Morthan."
Johann Chapoutot, Il nazismo e l'Antichità. "In modo molto serrato Chapoutot conduce il testo di passaggio in passaggio, analizzando la necessità un elemento trainante da parte di un nazismo che legge la propria origine come inappropriata al momento presente e alle speranze future, e che lo trova in questo mito dell'origine nordica: così come lo sarà il modello dello stato platonico rispetto alla forma di quello del Reich."
A.E. Van Vogt, Al di là del futuro. "Al di là del futuro quindi riassume i topoi classici della scrittura dell'autore, e tutti i suoi interessi costanti; in questo caso la comunicazione, che diventa un incrocio fra le teorie di McLuhan e della scuola di Palo Alto, cui spesso Van Vogt ammicca con una costante meta-comunicazione nei confronti del lettore."
Cordwainer Smith, Sabbie, tempeste, pietre preziose. "Come sempre nei lavori di quest'autore il mondo è abitato dai sub-umani (gli underpeople), creature per metà umane e per metà animali, e dall'altro estremo dalla Strumentalità (in questa traduzione, appunto il Grande Ausilio), la casta dei reggitori dell'universo conosciuto; e l'atmosfera è inquietante, oscura, e molto raffinata. "
John Alva Keel, L'ottava torre. "Un libro da leggere comunque, nella sua angosciante disperazione, che puntuale riporta sia a Charles Fort che a HP Lovecraft, per cui l'umanità non è altro che proprietà e trastullo altrui."
Colin Wilson, I parassiti della mente. "Figlio di Lovecraft, abbiamo detto, in stretto legame con altri tanatologi, parente prossimo di Meyrink e di Daumal per l'idea del romanzo iniziatico, e di Jung e di Gurdjeff per i problemi relativi alla “veglia” (non a caso in seguito scrisse le biografie dei due pensatori), debitore per l'impalcatura filosofica a Husserl, Heidegger, Whitehead (tutti ampiamente esplicitati), il testo prosegue in un catalogo di orrori psicologici..."
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