La storia sempre in divenire degli anni Settanta

Giacomo e Piero Despali, Gli autonomi. Storia dei collettivi politici veneti per il potere operaio, vol. VI, a cura di Mimmo Sersante, DeriveApprodi, euro 19,00 stampa

La storia italiana degli anni Settanta è da sempre argomento controverso. Sarà per la relativa vicinanza temporale di quel decennio, per il violento scontro ideologico e i fenomeni laceranti che ancora permangono, fatto sta che la ricostruzione di quel periodo di profonda mutazione del nostro Paese rimane un terreno minato. Malgrado gli ormai numerosi contributi storici per la comprensione delle sue dinamiche complesse e contraddittorie, si ha la sensazione che ancora molto vi sia da approfondire, da recuperare, da riportare alla luce.

In questa complessa impresa l’editore DeriveApprodi porta avanti da anni una ricerca degna di nota, privilegiando la voce di chi quegli anni li ha vissuti sul campo (spesso di battaglia), analizzando quindi quel momento storico dal punto di vista di coloro che vi operarono, impegnandosi in una lotta sistemica e totalizzante allo status quo. Si inquadra in quest’ottica la fortunata serie dedicata alla storia degli Autonomi, giunta al sesto volume, che ricostruisce la storia dei Collettivi politici veneti per il potere operaio, narrata da due tra i suoi principali protagonisti, Giacomo e Piero Despali.

È una vicenda iniziata nell’autunno del 1974, dopo l’esaurimento dell’esperienza di Potere operaio. Come gli autori ben esplicitano in queste interessantissime pagine, si trattò di un vero e proprio progetto politico militante, con un profondo radicamento territoriale, portato avanti da persone dotate di una ricca formazione teorico-culturale di matrice operaista. Quei militanti crearono un autentico laboratorio di idee e di prassi, che si avvaleva di una forte presenza in ambito universitario, di una radio (“Sherwood”) e di un periodico (Autonomia), e nel quale si elaborarono inchieste e analisi sui processi della ristrutturazione produttiva in atto, che diedero luogo al concetto della “fabbrica diffusa”, produttrice dell’“operaio sociale”, cioè della figura del moderno precariato destinata ad assumere un ruolo sempre più centrale nei conflitti politici di classe. A queste attività di studio si accompagnava un impegno interventista, con l’organizzazione di azioni politico-militari di massa contro fascisti, quadri delle fabbriche e dell’apparato repressivo, che sfociarono nelle famose “notti dei fuochi”: decine di attacchi in contemporanea in varie città della regione veneta. L’operazione giudiziaria del 7 aprile 1979, la prima di una serie di risposte dello Stato, poi minò e distrusse quella rete organizzativa stroncando il suo progetto rivoluzionario.

Tutto ciò è narrato dai fratelli Despali, i quali, come scrive nella puntuale introduzione il curatore del volume, Mimmo Sersante, si sono resi “fonte storiografica in prima persona”. In effetti, riguardo alla riflessione storica è fondamentale che a raccontare il percorso politico ed esistenziale degli Autonomi siano coloro che quella storia l’hanno fatta. Il loro punto di vista si affianca e arricchisce le “verità” ufficiali su quelle vicende – le carte processuali dell’inchiesta padovana del 7 aprile 1979 – e gli studi storiografici opera dei ricercatori di professione. La testimonianza diretta dei protagonisti, i loro ricordi, insomma la fonte orale rimane imprescindibile se si vuole ricostruire con sufficiente completezza quel complesso panorama.

E la forma narrativa del “racconto” si rivela davvero fertile, con la sua capacità di coinvolgere il lettore, calarlo nella temperie di un’epoca ormai lontana, nei luoghi dell’anima oltre che in quelli della politica. In tal modo, la macrostoria dei collettivi di cui qui si parla si vena di umanità, prende forma e vividezza con lampi di vita, emozioni e sussulti che permeano di sé il discorso storiografico, completando l’arazzo d’un luogo e d’un tempo che altrimenti gelerebbe nelle fredde ricostruzioni intellettuali edificate sulle carte. Dunque, la narrazione lucida e partecipata dei fratelli Despali restituisce un elemento, fatalmente sbiadito (se non perduto) nelle fonti scritte: la passione, l’indignazione che a quella lotta spingevano, la “felicità del combattente”. Insomma, per citare ancora Sersante, “la cifra gioiosa di quel decennio”, solitamente bollato a fuoco e incasellato nella gelida categoria degli “anni di piombo”.

Un ragazzo di oggi che volesse, sanamente incuriosito, avvicinarsi a quella stagione, ai giovani di allora che intesero schierarsi e impegnarsi in uno scontro che definiva il proprio essere, la propria identità, commettendo certo errori, mal valutando determinate dinamiche, ma comunque dedicandovi un impegno etico totalizzante, per un giovane lettore di oggi insomma questo libro risulta quanto mai istruttivo, anche e soprattutto per ricostruire una temperie emotiva, un senso di appartenenza, una condizione altra da una globalizzazione allora già incipiente e oggi drammaticamente pervasiva, una socializzazione e un modo di concepire la militanza politica e civile distante anni luce dal nostro tempo. E non sarebbe cosa da poco.

Ma questo volume non si esaurisce nel racconto di Piero e Giacomo Despali: a esso seguono le testimonianze di alcuni loro compagni, ex militanti di Collettivi politici di altre città, utili per completare un quadro così complesso. Il testo è poi corredato da note a piè di pagina esplicative (poiché svariati sono i contesti e i riferimenti, e lontani nel tempo), da un’appendice con schede di approfondimento, articolate sulle tre voci che hanno caratterizzato il pensiero e alimentato la pratica politica di cui qui si parla (operaismo, maoismo, leninismo), e infine da una sezione contenente quattro documenti politici, che hanno scandito la storia dei Collettivi politici veneti dal 1974, e che arricchiscono il materiale di prima mano offerto dal volume.

Sull’importanza di queste ricostruzioni storiche, anche e soprattutto per il tempo presente – il nostro tempo! – ci piace chiudere con l’epigrafe scelta dagli autori, una frase di Ernst Bloch: “È fecondo solo quel ricordo che al contempo ci rammenta quanto ancora resta da fare”.

Da associare alla lettura del libro si invita a consultare il sito dedicato alla storia dei Collettivi politici veneti, l’intervista ai fratelli Despali e il materiale storico dell’intero ciclo di lotte autonome in Veneto.