Speciale dedicato al romanzo Serotonina di Michel Houellebecq. Contiene articoli di Walter Catalano, Robert Derobertis, Elisabetta Michielin, Renzo Paris, Roberto Strum.
Michel Houellebecq, nel suo romanzo di successo Le particelle elementari (Bompiani, 1999) ha criticato la cultura del desiderio, le "dèsir", ma soprattutto ha avuto la sfacciataggine di riparlare di sofferenza, di vita interiore, ha messo in dubbio la felicità di vivere nell'eterno presente, di quello che viene sbandierato come il migliore degli universi possibili
La spigliatezza chimica, al centro del romanzo, fa confluire i diversi stampi della “poetica” a cui Houellebecq si dedica da un bel po’ di anni, la creazione di un odio martellante e le bozze di manifesti tutt’altro che garbati si spingono ben oltre aridità e scortesie non nuove ai frequentatori
Parliamo di Serotonina di Michel Houellebecq appena arrivato nelle librerie italiane e di Vernon Subutex di Virginie Despentes tradotto pochi mesi fa da Bompiani (in italiano finora solo la prima parte della trilogia).
Florent-Claude Labrouste il protagonista di Serotonina ogni mattina si fa di Captorix, “la piccola compressa bianca, ovale e divisibile” che ha fra gli effetti secondari “la nausea, la scomparsa della libido, l’impotenza”. Il personaggio principale del romanzo della Despentes, il nome del farmaco – il Subutex che cura la dipendenza da eroina e oppiacei - lo porta addirittura come soprannome.
Serotonina è un movimento vertiginoso attraverso un'Europa spettrale abitata da automi, figure descritte in atteggiamenti meccanici. Sono uomini e donne in tutto simili a quelle che incontriamo quotidianamente per la strada, nelle nostre città, nelle campagne spagnole, nelle province belghe, francesi o tedesche.