Se leggete la parola Stran da qualche parte, metti su qualche sito che si occupa di narrativa un po’ fuori dai canoni, quelli siamo noi, i neogotici piemontesi. Non male come inizio, vero? Soprattutto se รจ palese un tentativo di interesse privato. Ma, insomma, gli Stran sono appunto tali, strani.
Bene, adesso smetto di scherzare ma i fatti sono proprio questi. Ovvero, i piemontesi che producono letteratura fantastica fanno gruppo e a loro modo propongono una consorteria di qualitร e soprattutto โvendibileโ. Volendo conoscerli alla veloce, dobbiamo partire dal โpadrinoโ ufficiale, quell’instancabile ed erudito saggista che รจ Franco Pezzini (che ha firmato negli ultimi anni saggi fondamentali sul fantastico) e, a seguire in ordine casuale: Fabrizio Borgio, Christian Sartirana, Alessandro Defilippi, Maurizio Cometto, Davide Mana, Angelo Marenzana (quando non scrive di delitti in epoca passata), Cristiana Astori, Gigi Musolino, Stefano Priarone e me medesimo. Insomma, cognomi importanti e rimando a breveย l’approfondimento del gioco di gruppo che, va da sรฉ, propone due sole e semplici regole, la pertinenza del genere e l’ambientazione piemontese. Oggi mi occupo di Maurizio Cometto e della sua antologia Magniverne, che non รจ una raccolta a casaccio di racconti variegati, ma un percorso a tappe le une con le altre collegate dall’identico teatro narrativo, l’immaginario paese di Magniverne, inesistente ma posizionato in Piemonte.
Come sappiamo da tempo, il tema peculiare del borgo โmaledettoโ viene da lontano e caratterizza innumerevoli autori gotici e horror di ieri e di oggi. Cometto non fa eccezione e, per quel che riguarda gli Stran, si affianca alla Idrasca di Musolino, la Gramigna Nuova di Sartirana o l’Ubertoso di Borgio. Solo che Magniverne รจ ben piรน di un contenitore, ma una sorta di paese โviventeโ che annovera persino un gemello vicinissimo in linea d’acqua, ed รจ il massimo che posso snocciolare per chi ancora non ha letto il libro. Il libro consta di set โstazioniโ, tutte quante caratterizzate da approcci all’inizio realistici che sfociano in modo graduale e non forzato in un’altra dimensione interconnessa a quella quotidiana. Tale duplicitร del Reale รจ la cifra della narrativa di Maurizio, per la quale possiamo certo scomodare, restando in โcasaโ, Dino Buzzati, ma personalmente, se mi si concede l’iperbole, io chiamerei come parte in causa l’oscuro e immenso David Lynch.
Certo, gli accostamenti possono essere casuali, ma giร l’ombra dell’artista americano aveva a parere mio impregnato le pagine dello straordinario romanzo a racconti Cambio di stagione (Ass. Cult. Il Foglio, 2011), straordinario apologo di sopravvivenza in una Torino a dir poco โalienaโ. Ora ci siamo allontanati dalla metropoli, ma il gotico rurale forse ancor meglio si presta a questo straniante gioco di sdoppiamenti, portali su altri mondi a un millimetro dal naso, case stregate, loca infesta e creature che neanche Lovecraft si sarebbe sognato. A Magniverne, che si specchia in un fiume malefico dal nome evocativo (Labironte), โsi esitaโ spesso ma non volentieri davanti a un consanguineo, a un angolo in ombra della propria casa, su un sentiero dallaย destinazione certa sino a un istante prima. A ricordarci la grande lezione sul primo, caratterizzante connotato del genere: la percezione adulterata.
Magniverne, come ogni altro prodotto degli Stran, รจ infine un’ulteriore dimostrazione di come una regione naturalmente โneraโ, sia, citando Alessandro Defilippi, โuna terra in cui pare di avvertire accanto a noi, se solo porgiamo l’orecchio, le voci delle Masche o la presenza di uno sconosciuto che ci guarda senza apparente ragioneโ (da โLe radici del maleโ prefazione de Nero Piemonte e Valle d’Aosta, Perrone, 2009). Quel Piemonte, ambiguo eย maligno, dove tanti misteriosi paesi sono โancheโ Magniverne. Tra i tanti Airasca, in zona di Pinerolo, che ha ispirato l’Idrasca di Musolino, e il cui nome significaย โluogo ricco di acque affiorantiโ. Inutile ricordare che lโacqua, sotterranea o in superficie, รจ legata alla magia e allโenergia corrente e che in certi posti gli stregoni, apprendisti e di lungo corso, sono tuttora presenti. Proprio come nel Labironte di Magniverne, il serpente acqueo che racchiude il piรน oscuro dei segreti.